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DISTURBI D’ANSIA

Ansia e paura sono emozioni che hanno sempre accompagnato l’uomo nella sua evoluzione.
La parola “ansia” deriva dal termine latino “anxius” che significa affannoso, inquieto e la radice di questo termine è quella del verbo latino “angere” che vuol dire stringere, soffocare.
L’ansia, infatti, si caratterizza come una condizione di tensione che si manifesta con timore, apprensione, attesa inquieta e, spesso con una serie di correlati fisiologici come tremori, sudorazione, palpitazioni, senso di affaticamento, difficoltà a respirare normalmente.
La frequenza con cui questa emozione si manifesta nelle persone, e la sua diffusa presenza in una serie di disturbi emotivi, la rende una condizione affettiva di estremo interesse.
I disturbi d’ansia sono i più diffusi, nella popolazione, tra i disturbi psicologici. Per esempio, in uno studio americano condotto su 8000 adulti, circa il 28% degli intervistati ha riportato di aver avuto esperienza, almeno una volta nella vita, di sintomi caratteristici di un disturbo d’ansia, secondo i criteri di classificazione del manuale diagnostico dei disturbi mentali allora in uso (DSM-IV-TR) (Kessler, Berglund, Demler, et al., 2005).


I disturbi d’ansia classificati nel DSM-V sono:

  • - Disturbo d’ansia da separazione
  • - Mutismo selettivo
  • - Fobia Specifica
  • - Disturbo d’ansia sociale
  • - Disturbo di panico
  • - Agorafobia
  • - Disturbo d’ansia generalizzato
  • - Disturbo d’ansia da condizione medica
  • - Altro Disturbo d’ansia specifico
  • - Disturbo d’ansia non altrimenti specificato

 

Cosa sono gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico sono periodi brevi ma molto intensi di ansia acuta, paura o disagio, che si sviluppano all'improvviso e rapidamente terminano. La sensazione vissuta è spesso quella del terrore di non riuscire a riprendere il controllo del proprio corpo, di stare per morire, svenire o  impazzire.
Una volta sperimentato il primo attacco, il soggetto attiva una particolare attenzione ai segni  premonitori di un episodio successivo, e in questo stato attiva l’ansia.  Si attiva così un circolo vizioso: l'anticipazione dell'ansia genera ansia - lo stato di ansia conduce alle sensazioni di panico.


I sintomi

I sintomi più frequenti degli attacchi di panico sono: sudorazione eccessiva o improvvisa (vampate di calore), sensazione di freddo e brividi; tremori fini o grandi scosse; dispnea o sensazione di soffocamento; sensazione di asfissia; dolore o fastidio al petto o al torace; nausea o disturbi addominali; debolezza e sensazione di “gambe molli”; sensazioni di sbandamento, di instabilità, testa leggera o di svenimento; derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi); paura di perdere il controllo o di impazzire; paura di morire o di svenire; paraestesie (sensazioni di torpore o di formicolio).
La presenza di uno o più dei sintomi descritti viene percepita dalla persona come segnale di pericolo imminente e si associa alla presenza di pensieri angosciosi quali “sto perdendo il controllo....sto impazzendo...sto per avere un infarto o un collasso...sto per svenire...sta per succedermi qualcosa che mi renderà ridicolo di fronte ad altri...”.
Spesso la persona non è pienamente consapevole di tali pensieri e impara a riconoscerli e a collegarli ai sintomi fisici solo attraverso un adeguato percorso di terapia. Attraverso la terapia impara inoltre a sostituire ai pensieri irrazionali (“sto per avere un infarto”...), e negativi, delle rassicurazioni, ovvero pensieri più adeguati al contesto, razionali e positivi.

Intervento
Per poter iniziare un adeguato trattamento è  in primo luogo necessario effettuare una indagine accurata dei sintomi finalizzata alla elaborazione di una valutazione psicodiagnostica.e all’orientamento psicoterapeutico.
Nei casi più gravi una visita psichiatrica può essere necessaria per l’impostazione di una terapia farmacologica.
I familiari spesso si interrogano su quale sia il modo migliore per stare vicino al loro congiunto. Va sottolineato innanzitutto che il familiare non deve diventare “terapeuta” del proprio congiunto, ma che ciò che può fare è incoraggiarlo e sostenerlo nel cercare l’aiuto qualificato di un professionista, psicoterapeuta, magari aiutandolo nella ricerca o accompagnandolo agli appuntamenti. E’ importante infatti sapere che dagli attacchi di panico si può “guarire”, se affrontati con una persona esperta che possa aiutarci a riacquistare il nostro benessere.

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