Difficoltà relazionali
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“L’incapacità dell’uomo di comunicare è il risultato della sua incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto.” C. Rogers
I problemi relazionali riguardano il modo con cui comunichiamo con noi stessi, con gli altri e con il mondo. Queste tre relazioni sono interconnesse ed è impossibile evitarle. I problemi relazionali nascono e perdurano quando rimaniamo intrappolati in una rete discorsiva che ci blocca in situazioni a volte paradossali. Come è possibile modificare e migliorare tale processo promuovendo benessere e soddisfazione personale, utilizzando una comunicazione efficace? Queste sono domande che è necessario porsi per agire verso la promozione di un cambiamento.
Altro aspetto fondamentale è rappresentato dalla capacità di ascoltare e di immedesimarsinell’altro. Quanto spesso, infatti ci lamentiamo di non essere compresi ma non ci rendiamo conto di non capire per il semplice fatto che siamo concentrati su noi stessi: come se ci guardassimo perennemente di fronte ad uno specchio?
Che si tratti di relazioni di coppia, con i figli, con gli amici, con i genitori, a lavoro o a scuola, è difficile che la vita sia sempre “semplice”.
Incomprensioni, difficoltà di comunicazione, divergenze negli obiettivi, conflitti di ruolo, sono solo alcune delle difficoltà che possono portare le persone a vivere la “solitudine” nelle relazioni.
I percorsi specifici possono essere definiti a seconda che la richiesta sia formulata da:- singole persone
- coppie
- famiglie
- scuole
Quando una persona chiede aiuto per difficoltà relazionali, lo fa perché sperimenta un forte senso di disagio che può alternare momenti di esasperazione a momenti di rassegnazione. Le relazioni cambiano e quando è difficile ri-adattare la propria vita in diverse situazioni rispondenti a differenti bisogni, si tende a mettere in discussione le scelte fatte e la visione che si aveva di quella/e persona/e e di quel rapporto. Diventa importante quindi definire gli obiettivi prioritari nella relazione con se stessi e con gli altri, con un percorso specifico di sostegno o di psicoterapia individuale, per evitare una “solitudine popolata” che faccia sentire infelici.